I cambi saranno fondamentali in questo finale di stagione così anomalo. Ma anche in passato le «riserve» hanno scritto pagine memorabili
Quando Carlo Parola allenava la Juve non poteva permettersi di sbagliare. Aveva a disposizione un solo cambio (oltre al portiere). E tre giocatori in panchina (come da regolamento). Una delle scelte più frequenti era José Altafini, arrivato alla Juve nel 1972, a 34 anni che all’epoca, nel calcio almeno, erano buoni per la pensione. Ma l’attaccante brasiliano (e oriundo) lo ripagava con gol spesso decisivi nel finale, compreso quello che all’88’ di Juve-Napoli, appena subentrato, indirizzò lo scudetto verso Torino, così guadagnandosi il titolo di “core ’ngrato” dai suoi ex tifosi. L’espressione “alla Altafini” entrò comunque nel gergo del calcio italiano per indicare un’entrata decisiva nel finale.